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Acconto IVA 2023: in scadenza il 27.12

19 Dicembre 2023 in Speciali

Entro il prossimo 27 Dicembre deve essere versato l’acconto IVA per il 2023, calcolato utilizzando uno dei tre metodi alternativi:

  1. il metodo storico. In questo caso, l’acconto Iva è pari all'88% del versamento effettuato,o che avrebbe dovuto essere effettuato, per il mese o trimestre dell'anno precedente. Il versamento preso a base del calcolo deve essere al lordo dell’acconto dovuto per l’anno precedente. Semplificando, la base di calcolo, su cui applicare l’88%, è pari al debito d’imposta risultante:
    • per i contribuenti mensili dalla liquidazione periodica relativa al mese di dicembre dell’anno precedente
    • per i contribuenti trimestrali ordinari dalla dichiarazione annuale Iva
    • per i contribuenti trimestrali “speciali” (autotrasportatori, distributori di carburante, imprese di somministrazione acqua, gas, energia elettrica, ecc..) alla liquidazione periodica del quarto trimestre dell’anno precedente.
  2. il metodo previsionale. Con il metodo previsionale l’acconto viene calcolato sulla base di una stima delle operazioni che si ritiene di effettuare fino al 31 dicembre. Con questo metodo, l’acconto è pari all’88% dell’Iva che si prevede di dover versare:
    • per il mese di dicembre, se si tratta di contribuenti mensili
    • in sede di dichiarazione annuale Iva, se si tratta di contribuenti trimestrali ordinari
    • per il quarto trimestre, per i contribuenti trimestrali “speciali”.
    • Per rendere omogenei il dato storico con quello previsionale, occorre considerare il dato previsionale al netto dell'eventuale eccedenza detraibile riportata dal mese o dal trimestre precedente.
  3. il metodo della liquidazione intermedia o analitica al 20 dicembre. In particolare, l’acconto è pari al 100% dell’importo risultante da un’apposita liquidazione che tiene conto dell’Iva relativa alle seguenti operazioni:
  4. operazioni annotate nel registro delle fatture emesse (o dei corrispettivi) dal 1° dicembre al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti trimestrali)
  5. operazioni effettuate, ma non ancora registrate o fatturate, dal 1° novembre al 20 dicembre
  6. operazioni annotate nel registro delle fatture degli acquisti dal 1° dicembre al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti mensili) o dal 1° ottobre al 20 dicembre (se si tratta di contribuenti trimestrali).

Da quest'anno i calcoli devono tenere conto anche dell'orietamento dell'agenzia delle entrate chiarito con la Risposta a interpello n 460/2023

Tale risposta replica ad un istante che ha un credito d’imposta per il settore turistico/ricettivo dell’articolo 1, del Dl 152/2021, applicabile anche ai crediti generati dai bonus edili, chiarendo che, chi ha acquisito crediti fiscali edili, che prevedono la scadenza del loro utilizzo al 31 dicembre 2023, deve prestare attenzione a non compensarli con debiti «non effettivamente dovuti», al solo fine di massimizzare l’utilizzo del credito edile, per crearne uno di nuovo, da utilizzare in compensazione nell’anno successivo, con un codice tributo diverso o a rimborso. 

Sinteticamente la risposta ha evidenziato che, non può essere condivisa la soluzione prospettata dall'istante, con cui si propone  di compensare tramite modello F24 il credito agevolativo con un debito IVA artatamente indicato nel modello di pagamento, in quanto non corrispondente al debito d'imposta determinato in conformità a quanto stabilito dall'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 100.

L'agenzia conclude affermando che tale espediente, infatti, avrebbe il solo fine di maturare in sede di dichiarazione annuale una eccedenza a credito IVA da chiedere a rimborso, eludendo, con l'''invenzione'' di un debito IVA non sussistente, i limiti di utilizzo del credito d'imposta di cui si discute, mutandone ''arbitrariamente'' la natura da agevolazione ad eccedenza IVA.

Leggi anche Credito d'imposta: non compensabile con IVA versata in eccesso 

Acconto IVA 2023: chi deve versare e chi è escluso

Sono obbligati al versamento dell'acconto tutti i contribuenti Iva tranne coloro che non sono tenuti a effettuare le liquidazioni periodiche Iva, mensili o trimestrali.

Sono, invece, esonerati dal versamento dell’acconto i soggetti che non dispongono di uno dei due dati: “storico” o “previsionale”, su cui sostanzialmente si basa il calcolo.

Ad esempio, è il caso dei soggetti che:

  • hanno cessato l'attività, anche per decesso, entro il 30 novembre se mensili o entro il 30 settembre se trimestrali oppure hanno iniziato l'attività
  • hanno chiuso il periodo d’imposta precedente con un credito di imposta (risultante anche dalla liquidazione Iva periodica), a prescindere dalla presentazione della richiesta di rimborso 
  • pur avendo effettuato un versamento per il mese di dicembre o per l'ultimo trimestre del periodo d’imposta precedente, oppure in sede di dichiarazione annuale per il periodo d’imposta precedente, prevedono di chiudere la contabilità Iva con una eccedenza detraibile di imposta.

Non sono, poi, obbligati al versamento, i contribuenti per i quali risulta un importo dovuto a titolo d’acconto non superiore a 103,29 euro.

Sono, inoltre, esonerati dal versamento dell’acconto:

  • i contribuenti che, nel periodo d’imposta, hanno effettuato soltanto operazioni non imponibili, esenti, non soggette a imposta o, comunque, senza obbligo di pagamento dell'imposta
  • i produttori agricoli "di cui all’art. 34, comma 6, del DPR n. 633 del 1972"
  • i soggetti che esercitano attività di spettacoli e giochi in regime speciale
  • le associazioni sportive dilettantistiche, nonché le associazioni senza fini di lucro e quelle pro loco, in regime forfetario
  • i raccoglitori e i rivenditori di rottami, cascami, carta da macero, vetri e simili, esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento del tributo
  • gli imprenditori individuali che hanno dato in affitto l'unica azienda, entro il 30 settembre, se contribuenti trimestrali o entro il 30 novembre, se contribuenti mensili, a condizione che non esercitino altre attività soggette all'Iva.

Acconto IVA 2023: termini di versamento

Il termine per il versamento dell’acconto, come detto, è il 27 dicembre di ogni anno. 

Per l’anno 2023, il termine scade quindi il giorno 27.12.2023.

Si ricorda che, qualora il termine scada di sabato o in un giorno festivo, sarebbe automaticamente prorogato al primo giorno feriale successivo (art. 18, comma 1 secondo periodo del D.Lgs. n. 241/97).

Acconto IVA 2023: i codici tributo per F24

Il versamento dell’acconto deve essere effettuato utilizzando il modello F24 in modalità esclusivamente telematica utilizzando i seguenti codici tributo:

  • 6013 per i contribuenti mensili,
  • 6035 per quelli trimestrali.

Attenzione al fatto che è’ possibile compensare l’importo dovuto a titolo d’acconto con eventuali crediti di imposte o contributi di cui il contribuente abbia la disponibilità.

A differenza di quanto previsto per le liquidazioni periodiche, i contribuenti trimestrali ordinari non devono applicare la maggiorazione degli interessi dell’1%.

L’acconto versato deve essere sottratto all’Iva da versare per il mese di dicembre (per i contribuenti mensili), in sede di dichiarazione annuale Iva (per i contribuenti trimestrali) o da quanto dovuto per la liquidazione del 4° trimestre (per i contribuenti trimestrali speciali).

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